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Affidarsi

amina narimi

Tra giganti e ostinati pescatori
l’enormità quasi innaturale
nel mare dell’ombra che ci sfida
al grasso d’olio agli spermaceti
fino alle ossa, all’ambra grigia:
la resistenza muta non ci salverà

Tutto scorre ma non passa

-come rondini finite in una stanza

picchiando la testa contro il muro-

pena l’ottuso atto di fiducia

del gabbiere

in assenza di vento

che dagli alberi sale i pennoni

quello che sa più di tutti dov’è

che il mare finisce e comincia

tra mistero e confine la terra

a métà del guado, dal nulla

(come) un fiume a Prati di Drava,

si fa attesa più certa . tensione

fondata

la mano instancabile che tocca i malati

di sabbia

plasmando un volto di carne.  nel volto

affidarsi

                         nella seconda innocenza

al distacco – come punto d’arrivo

il “non Volere”-

Battendo cortecce di gelsi nell’acqua

fino…

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Di yoklux

conservare la poesia, farne di nuova

2 risposte su “Affidarsi”

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