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poesia

3 di Beppe Salvia

Non ricordo se a Ponza c’era
la neve in quel mio sogno senza voci
da che mi son svegliato senza vera
voglia di far niente. E tutto il giorno,
anche con te che non smetti anche
di pensare, io non ho fatto niente
che vale la pena di ricordare.
È stata una giornata piena di vento,
e dietro ai vetri, al porto di nessuno,
soltanto le barche dondolavano,
m’ha fatto pensare mai a qualcuno,
soltanto vento, e poca luce dentro
e niente libri e pensieri e nemmeno
i soliti rumori degli alberghi.


***

Finale

Son diventato un sacchetto di sabbia,
non odio e dolcezza né rabbia,
fui raccolto al drenaggio di flutti
senili, non sulla riva del mare,
non i bei bimbi con me
fecero castelli di sabbia,
pure castelli.

***

È quasi primavera, io dipingo
già fuori sul terrazzo, tra odori
di mari lontani e queste vicine
piante di odori. La salvia la menta
il basilico e i sedani dipingo
su tele bianche con pochi colori.
Il verde perché son verdi le piante,
e bianco il bianco nulla della tela,
rosso dei tramonti su la vela
del cielo che apre un teatro vero
a questi miei pensieri. Io dipingo
la sera quando i tormenti più vivi
accendono il cielo e bruciano il cuore,
e all’alba quando già nulla è la vita.

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Di yoklux

conservare la poesia, farne di nuova

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