Nel 75° anniversario del Processo di Norimberga, Vera Sharav, sopravvissuta all’olocausto, ha messo in guardia dalla miriade di parallelismi tra il mondo di oggi e quello a cui da bambina è sfuggita per miracolo. Ne è nato un film documentario di cui offriamo la versione italiana per dare a tutti la possibilità di ascoltare la voce di questa donna straordinaria.
Autore: yoklux
conservare la poesia, farne di nuova
“una antologia poetica degli opposti”
A breve, in libreria e su tutti gli store online 🖤
“Questa antologia si propone di dare spazio agli opposti. Una pluralità di voci ha aderito al progetto convergendo in un’opera collettiva libera da qualsivoglia tematica o dominio. Lasciando ampio margine di autonomia espressiva agli autori, con minuziosa attenzione alla qualità dei singoli componimenti e sfruttando al meglio le possibilità offerte dai social network, nasce il presente volume: uno sguardo trasversale sulla poesia e sulla prosa poetica contemporanea. Hanno partecipato stimati autori italiani e altri meno noti, ma altrettanto meritevoli di considerazione. Pasti caldi giù all’ospizio vuole essere anche un omaggio al compianto Simone Cattaneo.”
Roberto F. Addeo
ELENCO DEGLI AUTORI IN ORDINE ALFABETICO:
Roberto Addeo
Pasquale Allegro
Luca Ariano
Paolo Basso
Mirea Borgia
Maria Borio
Davide Bregola
Claudia Brigato
Francesca Bulgarini
Giusi Busceti
Antonio Bux
Alessandro Corso
Ivan Crico
Letizia Cuzzola
Raphael d’Abdon
Sergio Daniele Donati
Matteo Fais
Gabriela…
View original post 50 altre parole
Appunto — Simon James Terzo
Appunto
In giorni di sole
Appunto — Simon James Terzo
C’è comunque chi muore
Tutto quello che ho
È uno smartphone
Con due giri di scotch
Uno in alto uno in basso
Per tenerlo assieme
A volte penso dovrei
Provare imbarazzo
La giostra è romantica
Ma va di fretta
Se becchi vomito all’arrivo
Pensa se hai vomitato in partenza
Non badare a bucolici
Poeti dentro la Mondadori
Con su i Ray-Ban
Tra i Moleskine nuovi
Guarda dalla vetrina
Restane fuori
Mi slaccio il cappotto
Un bottone è rotto
Appunto
Pare un po’ sfatto
Appunto
Ha vissuto un decennio
Appunto
Questo appunto
Lo appunto con una biro
Sul sacchetto del pane
Odoro di prosciutto
Cotto e sali d’alluminio
Mio padre arrivò presto
A diciassette
Con una valigia fatta
Di cartone e nient’altro
Dopo due anni di colli romani
Come pastore
Con un solo maglione
Disse di aver provato
Un grande imbarazzo
Appunto
La fogna chiamata Milano
Ci guarda ancora dall’alto
Come fosse al contrario
In giorni di sole
C’è comunque chi muore
In giorni di sole
A volte penso dovrei
Provare imbarazzo
Appunto
Invece affatto.
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In giorni di soleC’è comunque chi muoreTutto quello che hoÈ uno smartphoneCon due giri di scotchUno in alto uno in bassoPer tenerlo assiemeA volte penso dovreiProvare imbarazzoLa giostra è romanticaMa va di frettaSe becchi vomito all’arrivoPensa se hai vomitato in partenzaNon badare a bucoliciPoeti dentro la MondadoriCon su i Ray-BanTra i Moleskine nuoviGuarda dalla vetrinaRestane […]
Appunto — Simon James Terzo
Una di Salvatore Toma
Vorrei nascere vecchio
e morire bambino
vorrei cioè che la vita
Una di Andrea Italiano
Parlava solo di viaggi visti alla Rai
a chi ci domanda di lui diciamo che è andato in pensione
invece è fuggito proprio
…
3 di Luca Ormelli
Per la carta d’identità hai 42 anni.
È la pelle che ti frega,
gli occhi che contano i giorni a morti.
Non c’è primavera che tenga
quando sei già sottoterra.
3 di Carlo Emilio Gadda
Vengon di Lecco nuvole pesanti
Oscurandosi il dì roggio, affannoso
E mentre de’ villan sperdonsi i canti
Coglieli il primo soffio impetuoso.
La pioggia manda il suo profumo avanti,
Che s’affretti il rozzon lento, affannoso
Per le valli ed i pascoli sonanti
Anzi notte le mandrie avran riposo[.]
3 di Beppe Salvia
Non ricordo se a Ponza c’era
la neve in quel mio sogno senza voci
da che mi son svegliato senza vera
voglia di far niente. E tutto il giorno,
anche con te che non smetti anche
di pensare, io non ho fatto niente
che vale la pena di ricordare.
È stata una giornata piena di vento,
e dietro ai vetri, al porto di nessuno,
soltanto le barche dondolavano,
m’ha fatto pensare mai a qualcuno,
soltanto vento, e poca luce dentro
e niente libri e pensieri e nemmeno
i soliti rumori degli alberghi.
3 di Sergio Solmi
Se pur fatiche e sogni…
Se pur fatiche e sogni
e la mesta obbedienza me malvivo
fanno, e rare tue fronde, poesia,
un’ultima gaiezza mi soccorre
e brevemente il mio deserto illude.
Sorriso estremo, labile
zampillo d’acqua che dal perso tempo
smorzato appena insorge, e i duri raggi
del sole di mia vita
fa un attimo brillare,
ultimo dono dell’avara infanzia,
questo: giocare.
(1924)
3 di Dario Villa
Lei tarda, e io mi becco sta fanfara –
nell’ostile botanica inurbata
allegre famigliole e cigni estivi
prendono il vento senza alcuno stile.
E scopro papere dietro le reti,
parco porco! e ombrellini colorati
mi smarrisco tra linee, forme, vuoti,
i pochi pieni, gli errori e la grazia.
Sono un signore vestito di bianco,
muto ed obliquo, avanzo tra magnolie
tirate a lucido, tra ombra ed incanto
e foghe che cominciano a cadere.
3 di Guido Ballo
Sulla terra di Menfi
Sulla terra di Menfi
verso Selinunte
i carciofi si storcono
feroci al sole
con spine di ferro
e i fiori viola
lievi come le gentilezze
di scontrosi.
15 ottobre 2021
L’Italia è una repubblica fondata sul ricatto e sulla menzogna.
Ogni complice è corresponsabile. Non dimenticheremo mai.
Nel numero 9 di “L’Atelier du roman”, Lakis Proguidis s’interrogava sui rapporti tra la poesia e il romanzo, riferendosi in particolare ai miei scritti. La presente risposta è uscita nel numero 10 (primavera 1997), ed è stata ripubblicata in Interventions (Flammarion, 1998) e Interventions 2 (Flammarion, 2009).
Mio caro Lakis,
è da quando ci conosciamo che ti sento turbato dallo strano attaccamento (compulsivo? masochista?) che io manifesto a intervalli regolari per la poesia. Tu naturalmente ne indovini gli inconvenienti: inquietudine degli editori, sconcerto della critica; aggiungiamo per completezza che, da quando ho avuto successo come romanziere, i poeti mi danno sui nervi.
Così, a fronte di una mania da me assecondata con una tale ostinazione, ti fai legittimamente delle domande: domande che sono poi confluite in un articolo uscito nel numero 9 di “L’Atelier du roman”. Diciamolo senza mezzi termini: sono rimasto colpito dalla serietà e dalla profondità del tuo articolo. Dopo averlo letto, ho capito che diventava difficile continuare a far finta di niente; che dovevo, a mia volta, cercare di dare una spiegazione in merito alle domande che mi poni.
L’articolo è uscito nel numero 22 (luglio 1992) di “Les Lettres françaises”, ed è stato ripubblicato in Interventions (Flammarion, 1998) e Interventions 2 (Flammarion, 2009).
Jacques Prévert è uno di cui s’imparano le poesie a scuola. E s’impara che gli piacevano i fiori, gli uccelli, i quartieri della vecchia Parigi ecc. A lui l’amore sembrava sbocciare in un’atmosfera di libertà; più in generale, non nascondeva di preferire la libertà. Indossava un berretto e fumava Gauloises; a volte lo si confonde con Jean Gabin. Del resto è stato lui a scrivere la sceneggiatura di Il porto delle nebbie (Le Quai des brumes), Mentre Parigi dorme (Les Portes de la nuit) ecc. Ha scritto anche la sceneggiatura di Amanti perduti (Les Enfants du paradis), considerata il suo capolavoro.
3 poesie di Frank Stanford
L’amico del Nemico
Il tuorlo mi è colato lungo la gamba
come una meravigliosa lumaca senza guscio,
scollina
presso la pentola, le futili ninfee
nelle labbra dei pesciolini dello stagno,
lungo il ventre della trota – i dominatori degli inferi
si tuffano, si perdono, finiscono
nella zampa della pantera zoppa
che si rincantuccia nella tana.
Quanto al bianco, è rimasto con me,
marchio della bestia, della nascita, della merce.
3 di Emanuel Carnevali
LO SPLENDIDO LUOGO COMUNE
In questo albergo
Il capocameriere dice:
« Bella giornata, oggi! »,
e sorride con sentimento.
II capocameriere dice:
« Pioverà, oggi! »,
e si acciglia con garbo.
Sono i saluti di ogni giorno,
a ogni vecchia signora,
a ogni vecchio gentiluomo,
a ogni vecchio furfante,
a ogni giovane coppia –
a ogni cliente.
2 di Bartolo Cattafi
All’alba
Piove ma me ne vado
metterò domani
le mie cose ad asciugare
faccia all’insù
o all’ingiù
a scolare
son un tipo aurorale
camionabile all’alba
arrotabile voglio dire
anche da una
banale bicicletta.
Una di Knut Hamsun
Una cosa non capisco:
perché il grano viene mietuto e perché le foglie cadono?
Perché tutta la vita dell’estate si sbriciola in polvere?
Perché l’erba inverdisce per subito perire?
Penso a questo.
Alcune di Marcello Moscatelli
E prima le cose erano semplici
gli amici erano amici
e i nemici erano nemici
Poi molti amici divennero nemici
e molti nemici divennero amici
e i più
divennero degli zombie
***
I migliori li hanno uccisi tutti
di botte come pasolini
di incidente come rino gaetano
di suicidio come luigi tenco
di precipitazioni
come Mattei
di malore come Pino Pinelli
di malelingue
come numerosi attori e cantanti
e di consunzione
e sono rimasti gli altri
Una di Salvatore Toma
Com’è bello un paese
quando è libero
dai cani randagi!
ci va di ridere e di cantare…