Fra le brume dell’essere
si fa strada la poesia,
là dove il pensiero si aggrappa alle parole
e il respiro
la meraviglia
disegnano un “a capo”.
Fruscii di sogni
zaffiri della memoria
demoni sospinti verso rive di luce.
Colui che ha vissuto un’emozione
e chi ora ne afferra l’eco
avvinti nel medesimo incanto.
Trova una voce l’Universo,
quando vuole cantare,
e nella tua cella improvviso si spande
il chiarore di un istante lontano.
Una di Luca Ormelli
La vecchiaia è una coperta
piagata di urina. E sarebbe già buona sorte…
Una di Andrea Italiano
‘Dolcemente ucciditi’
padre
fallo con gran spargimento di sangue
e ucciditi…
‘In grigio’ di Emanuel Carnevali
Il giorno mi pesa come una tonnellata di fumo.
Le cose già fatte sono
cadaveri che riempiono di miasmi
le grigie stanze dei miei ricordi.
Il futuro è una serie
di bambini nati morti.
I
I piloni fanno il fiume più bello
E gli archi fanno il cielo più bello
Negli archi la tua figura.
Più pura nell’azzurro è la luce d’argento
Più bella la tua figura.
Più bella la luce d’argento nell’ombra degli archi
Più bella della bionda Cerere la tua figura.
3 di Aldo Borlenghi
XXXV
Più che stella cadente, lesto scorre
il dì, e con lui un folto di viventi
cose s’annebbia: questo il cielo, sotto
cui più grave moto hanno altre vite.
Così ritrovo la mia: il giorno aperto
non imbrunisce per sempre, falsa legge
che muovon le passioni; e dura un patto
di pietra fuori di loro. Quanto
passato fatto pietà, e l’avvenire
aereo sciupa ogni slancio in un successo
lungo, uguale, di pietra; tale il cielo
e la natura, un naufrago la vita.
Una di Dario Bellezza
La vedo tutta lì la sorte mia:
unico interesse di giornate
smarrite ormai è dietro di me,
e tanta avanti ne avrei potuto (…)
3 di Mario Novaro
QUANTE VOLTE ANCORA
Questi pini
questi cipressi
e le rose come sangue rosse,
quante volte ancora,
quando io più non sia,
stupita guarderà la luna,
mute cennando guarderai le stelle,
sul colle che solo
restava con me
nel silenzio notturno,
a meditare!
***
‘Autoritratto’ di Ferruccio Benzoni
Dicono passi le sue giornate a uno svolto
di viale verde ventoso in un locale
semideserto l’inverno, fioco, popolato
da sanguigni tedeschi d’estate sempre
un po’ alticci comunque cerimoniosi
Una di di Rodolfo Quadrelli
Papà e mamma, parole senza senso
a chi ha preposto l’oggi al sempre, all’ieri:
voci lontane che riescono se penso
all’inutile strage di sogni e desideri.
Voci lontane di un remoto ieri
che affollano il mio tragico ritorno nella culla:
e che incatenano come carcerieri
ogni slancio in avanti nel carcere del nulla!
Voci vicine che suonano nel vuoto
e che fermano l’ansia e chiudono ogni via:
aprite i varchi almeno a questo voto:
che il sempre sia domani, che l’ieri non ci sia.
Una di di norbert c. kaser
uno sfarzo è il giorno
quando con uno strappo
il sole
squarcia
la nebbia
Una di Nanni Cagnone
Supponi vanitose
le peonie (la solita mania
d’imporre sentimenti).
Poesie di Fëdor Ivanovič Tjutčev
Mattino tra i monti
Dalla bufera della notte
lavato, ride il cielo azzurro,
serpeggia rudagiosa tra le cime
la valle come un nastro rilucente.
Solo degli alti monti fino al mezzo
le nebbie coprono il pendio:
come le aeree rovine
di manieri creati per incanto.
È fuggito un toro nero
erra sul cavalcavia
impaurendo il traffico,
lo rincorriamo
impugnando coltelli
bastoni elettrici e birre
corre si ferma torna
arrivano i carabinieri coi mitra,
ora è steso su un velo d’erba
e sussurra qualcosa alle mosche.
Volete sapere in sintesi
cosa dice Agamben?
Agamben dice che lo Stato d’Emergenza
non è mai transitorio
Pier Paolo Pasolini per E. Limonov
Non gli ho dato attenzione finché in un piccolo cinema, nel Boulevard Sebastopol, nel 1981, non ho visto Salò, o le 120 giornate di Sodoma. Mi piacque. C’erano pochi spettatori, la sala era piccola. Alcuni arabi avevano scambiato quel posto per un cinema porno. Durante l’episodio dei prigionieri che mangiano i loro escrementi su piatti lussuosi, metà pubblico ha lasciato la sala. Alla luce del sole, mi sono maledetto per non aver prestato attenzione prima a Pasolini. Ho scoperto che è stato ucciso da un giovane amante adolescente su una spiaggia di Ostia, nel 1975. Mi sono ricordato che ero in quel posto, nel novembre del 1974, insieme a Lena Kozlova, in quella brutta e polverosa Ostia, per affittare un appartamento economico. Ai quei tempi abitavo vicino alla stazione Termini, pagavo un affitto assurdo per una stanza lurida, dove, insieme a noi, vivevano tredici migranti, tra cui tre etiopi che lavoravano in un caseificio.
I lemmings sono dei piccoli roditori, lunghi circa 15 centimetri, che vivono nelle tundre dell’Europa e dell’Asia settentrionali. Questa specie ha la particolarità di intraprendere improvvisamente senza alcun motivo apparente delle migrazioni collettive che terminano con un suicidio in massa nelle acque del mare. L’enigma che questo comportamento ha posto agli zoologi è così singolare che essi, dopo aver tentato di fornire spiegazioni che si sono rivelate insufficienti, hanno preferito rimuoverlo. Ma una delle menti più lucide del XX secolo, Primo Levi si è interrogato sul fenomeno e ne ha fornito un’interpretazione convincente. Noi diamo per scontato che tutti gli esseri viventi desiderino continuare a vivere: nei lemmings per qualche ragione questa volontà è venuta meno e l’istinto che li spingeva a vivere si è rovesciato in un istinto di morte.
Loro sono qui! No, non i replicanti del film L’invasione degli ultracorpi. Non siamo colonizzati da giganteschi alieni a forma di vegetale. Temo che la situazione sia un po’ più seria. I cervelli delle persone sono stati catturati da una forza molto più distruttiva e meno aliena … una forza che li trasforma dall’oggi al domani in individui totalitari aggressivi e paranoici, ligi agli ordini e pappagalli della propaganda.
Conoscete le persone di cui sto parlando. Alcune di loro sono probabilmente vostri amici o vostri familiari, persone che conoscete da anni e che vi erano sempre sembrate totalmente razionali, ma che ora sono convinte che è necessario stravolgere il tessuto stesso della società civile per proteggerci da un virus che causa sintomi simil-influenzali sulla stragrande maggioranza degli infetti.
Come avviene ogni volta che si istaura un regime dispotico di emergenza e le garanzie costituzionali vengono sospese, il risultato è, come è avvenuto per gli ebrei sotto il fascismo, la discriminazione di una categoria di uomini, che diventano automaticamente cittadini di seconda classe. A questo mira la creazione del cosiddetto green pass. Che si tratti di una discriminazione secondo le convinzioni personali e non di una certezza scientifica oggettiva è provato dal fatto che in ambito scientifico il dibattito è tuttora in corso sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini, che, secondo il parere di medici e scienziati che non c’è ragione di ignorare, sono stati prodotti in fretta e senza un’adeguata sperimentazione.
Dopo più d’un anno di questa farsa grottesca, la domanda sorge spontanea.
Che cos’è mai un “italiano”? Un “italiano medio”, o “l’italiano vero” di Toto Cutugno.